
Arredamento Ristorante Orientale: come esprimere un altro mondo?
Dalla forma e comodità delle sedie intorno al tavolo, alla perfetta sfumatura della carta da parati. Ci sono molti aspetti da valutare quando si considera che stile dare all’arredamento ristorante orientale, ma il punto da cui bisogna sempre partire è il concetto e la storia che sottende il nuovo progetto. Perché creare un ristorante etnico significa riuscire a esprimere le peculiarità di un altro mondo all’interno dei metri quadri che abbiamo a disposizione nel nostro.
L’unico modo per farlo con successo è trovare una narrazione coerente, una storia capace di emergere da ogni dettaglio. Facendo molta attenzione a trasformare ogni pezzo in una voce di quella favola, senza ripeterne delle parti e farla diventare superflua. La bellezza del concept, che sfocia nel design del logo, si trasforma in arredamento e piatti, non serve a nulla se il ristorante non è pensato per funzionare.
Come arrivano i clienti? Che strada fanno i camerieri dalla cucina al tavolo e come viene presentato il cibo? Il ristorante deve essere bello e invitante per gli avventori, ma soprattutto è un luogo operativo, dove ogni dettaglio deve essere gestito a dovere per consegnare al cliente un’esperienza da cui tornare.
Il ristorante orientale: quando il cibo decide lo stile
Un ristorante “a tema” come quello etnico ci espone a molti rischi. Il primo e più comune, è quello di cadere nei cliché. È importantissimo quindi nella progettazione dell’arredamento di un ristorante orientale, includere nel design degli elementi riconoscibili della cultura e dell’idea di stile che si ha di quei luoghi, senza però che quegli elementi d’arredo urlino sguaiatamente la loro appartenenza. Studio Gad ha realizzato due diversi ristoranti orientali che possiamo usare per illustrare meglio queste linee guida.
Huobi: il mercato orientale
Un ristorante orientale di 800 mq, a due passi da Porto Fluviale e dalla grande fiera del cibo di Eataly. La sua vicinanza a questo punto di riferimento non poteva passare inosservata, così come la vasta metratura a disposizione. Il concept utilizzato per trasformare l’offerta di Huobi in un’idea è stato quindi dettato dal contesto in cui è immerso. Perché quindi fare un ristorante, quando si può creare un secondo mercato? Un prolungamento del contesto in cui è immerso, che abbia in più una caratterizzazione etnica forte.
Questo ha permesso di far dialogare i diversi spazi di Huobi, creando un luogo di scambio, di movimento, di incontro gastronomico. Non un semplice pasto, ma un viaggio tra i sapori che caratterizzano la cucina orientale, tra le più vaste e variegate del mondo. Eataly o il Mercato Centrale di Termini, portano con loro un concetto affascinante e ricercato: la differenziazione.
Da Huobi quindi ogni banco ha le sue specialità: il Ramen, nato in Giappone ma che presenta contrasti cinesi, il banco della carne, l’angolo del sushi e quello delle zuppe, da consumare – come il folclore impone – con un po’ di risucchio dal cucchiaio. Metodi di cottura e padelle rigorosamente figlie di tradizioni millenarie, e una piccola perla: l’angolo del tè. Una storia narrata da un percorso culinario, più che da un aspetto assolutamente cinese.
Yum Cha a corso Trieste
La Cina meridionale è caratterizzata dalla cucina Dim Sum: piatti leggeri, in origine usati per la colazione, che vengono serviti insieme al tè. Yum cha significa bere il tè ma esprime soprattutto il concetto di “vivere l’esperienza del pranzo”. Questi pasti, tipici delle festività, sono caratterizzati da piccole porzioni che includono tutto, dalla carne al dolce, e vengono spesso serviti in piccole ceste di bambù o piattini.
“Dim Sum” significa letteralmente “un tocco leggero sul cuore”: da qui la scelta del rosso d’Oriente, e il calore delle lanterne cinesi adornate a festa, i due simboli scelti per rappresentare questo mondo altro. Dentro a Yum Cha, si respira un’aria di festa e convivialità, a pranzo e a cena. Dove la luce calda, le piccole ceste di bambù e i fumi del tè a ogni tavolo, trasformano un incontro a ristorante, in un viaggio immediato dall’altra parte del mondo.