
Come cambierà il settore food con le necessarie restrizioni dovute al COVID19
In questi giorni non si parla d’altro: il COVID19 è entrato prepotentemente nelle nostre conversazioni generando non poca preoccupazione.
Oggi con una parziale ripartenza delle attività, sembra vedersi una spiraglio in fondo al tunnel (un sensibile calo dei contagi ci fa ben sperare), si inizia a parlare di come le attività (soprattutto di ristorazione) potranno e devono ripartire.
Dopo una parziale apertura con l’asporto dal 4 maggio, le attività di ristorazione saranno in ordine cronologico le ultime a riaprire (si parla del 18 maggio in base alle regioni).
Da sempre impegnati in questo settore, ci troviamo noi stessi a dover rivedere e rileggere il nostro approccio al grande Mondo Food.
Cosa fare allora in questo momento di fermo/rallentamento forzato? Le abbiamo soprannominate le “3R“: Riorganizzare | Restyling | Ristrutturare
Riorganizzare verso una parziale normalità
Riorganizzare perché oggi bisogna muoversi su nuovi fronti in attesa che tutto ritorni ad una parziale normalità. Ecco un esempio pratico.
Si parla tanto di Food Delivery, un settore già in forte crescita negli ultimi anni, ora sicuramente una comoda alternativa al pranzo\cena fai da te (soprattutto se si è chiusi a casa da oltre 7 settimane).
Il ristoratore può scegliere se proporsi con il proprio nome e storia o se inventarsi un nuovo brand che viaggi parallelamente, il cosiddetto Ghost Restaurant (o Virtual Restaurant). Da non confondere con la Ghost Kitchen (o Dark Kitchen) ovvero cucine senza somministrazione e senza interazione con il cliente finale; attività completamente votate alla preparazione e consegna a domicilio.
Nel caso del Ghost Restaurant, da un punto di vista burocratico, ovviamente cambia poco, appoggiandosi a una cucina esistente. Basta affiliarsi ad un food delivery (Deliveroo, Globo, JustEat, UberEats, etc.) o proporsi direttamente attraverso i canali social o con il semplice passaparola.
Ma andiamo avanti: Restyling
Restyling, vuol dire letteralmente “dare un nuovo stile”, rivedere ciò che già da tempo sai che non funziona; programmare degli interventi mirati allo scopo di migliorare l’estetica del tuo locale e permettere un rilancio sul mercato. Alcuni esempi? Un nuovo logo, una nuova immagine, un nuovo menù, nuovi piatti, una nuova campagna social, un nuovo dehors, etc. Non necessita di un reale fermo, perché è l’attività strettamente legata allo sviluppo di linee guida che verranno effettivamente realizzate nella fase successiva con un programma di interventi mirato. Da questa fase, è possibile delineare, concordare, affinare anche l’intervento economico da mettere in campo. In questi giorni si parla tanto di come le amministrazioni comunali cercheranno di implementare (si parla di un 35% in più) le occupazioni di suolo pubblico esterno. Un dehors curato farà la differenza
E da qui ci allacciamo all’ultima erre ma la non meno importante: Ristrutturare.
A nessuno piace fermarsi, ma questo può essere il momento giusto per darsi una “sistemata” soprattutto dal punto di vista dell’immagine, questo è il momento in cui bisogna darsi un nuovo obiettivo estetico.
Probabilmente, questa estate saremo tutti operativi (attività di ristorazione comprese), per compensare i mancati incassi di questi mesi o anche perché, ad oggi, non sappiamo se sarà possibile spostarsi in altre regioni e in che modalità.
La ristrutturazione, le cui linee guida sono già state concordate nella fase di restyling, può occupare in sé pochi giorni (ovviamente varia in base all’intervento concordato con il cliente) ma l’aspetto davvero importante è programmare tutto il lavoro con scadenze serrate.
Il cliente deve sapere come e quando riaprire
In questa fase, si può decidere di eliminare, aggiungere o dare nuova vita ad elementi di arredo già presenti. E’ in qualche modo, il “braccio armato” del restyling, è la sua fase operativa.
Chiude idealmente il percorso già delineato nelle fasi precedenti e ci porta ad alcune semplici considerazioni.
Con questo articolo, non volevamo darvi false speranze, non sarà facile e lo sappiamo ma volevamo provare a vedere la ripartenza come un’opportunità di crescita per tutti noi. Un nuovo punto di vista. Nuove opportunità di business. Un percorso di crescita che possiamo decidere di percorrere insieme: l’unica garanzia che sentiamo di darvi, è che faremo il massimo come abbiamo sempre fatto.